Breakpoint MIC, calcolo mic , antibiotici
La scelta di un antibiotico da usare in caso di infezione batterica costituisce uno dei compiti più difficili e impegnativi per un medico. E’ fondamentale la conoscenza delle caratteristiche dell’antibiotico e la capacità di effettuare una corretta diagnosi.
Non sempre la MIC (minima concentrazione inibente) più bassa identifica l’antibiotico più efficace, in quanto è maggiormente predittivo il rapporto tra breakpoint (BP) e MIC, es.: un antibiotico con MIC=0.5 e BP=1 (rapporto BP/MIC=2) è da considerare meno efficace in vitro di uno con MIC=2 e BP=32 (rapporto=16).
L’efficacia di una terapia antibiotica è influenzata da molti fattori quali il grado di sensibilità del microrganismo, la farmacocinetica dell’antibiotico (es. ADME assorbimento, metabolismo, distribuzione, escrezione), la farmacodinamica (es. interazioni tra microrganismo ed antibiotico) ed i fattori legati al paziente come il suo grado di immunocompetenza, la sede dell’infezione e la presenza di impianti protesici. \n\n Tuttavia la sensibilità in vitro è il parametro più facilmente misurabile e studi clinici hanno dimostrato l’importanza clinica dei risultati di sensibilità espressi in MIC. Quindi non può che essere ribadita la necessità di un test accurato ed attendibile; il regime terapeutico è uno dei pochi fattori che possono essere modificati per migliorare la prognosi del paziente a differenza della sua età, delle co-morbilità, del tipo di infezione. Nelle infezioni severe, nelle infezioni localizzate in siti nei quali l’antibiotico penetra con difficoltà e nei pazienti immunodepressi il risultato espresso con le categorie S, I, R ha un valore predittivo limitato. In questi casi è molto importante un risultato quantitativo di sensibilità poiché è chiaro come vi sia differenza nella risposta clinica tra un antibiotico con MIC di 0,06 µg/ml e uno con MIC di 1 µg/ml quando il breakpoint di sensibilità per entrambi sia ”1µg/ml.Dedico questa applicazione alla tenacia di mia moglie Marina. La conoscenza deve essere trasmessa gratuitamente se può salvare delle vite.
Non sempre la MIC (minima concentrazione inibente) più bassa identifica l’antibiotico più efficace, in quanto è maggiormente predittivo il rapporto tra breakpoint (BP) e MIC, es.: un antibiotico con MIC=0.5 e BP=1 (rapporto BP/MIC=2) è da considerare meno efficace in vitro di uno con MIC=2 e BP=32 (rapporto=16).
L’efficacia di una terapia antibiotica è influenzata da molti fattori quali il grado di sensibilità del microrganismo, la farmacocinetica dell’antibiotico (es. ADME assorbimento, metabolismo, distribuzione, escrezione), la farmacodinamica (es. interazioni tra microrganismo ed antibiotico) ed i fattori legati al paziente come il suo grado di immunocompetenza, la sede dell’infezione e la presenza di impianti protesici. \n\n Tuttavia la sensibilità in vitro è il parametro più facilmente misurabile e studi clinici hanno dimostrato l’importanza clinica dei risultati di sensibilità espressi in MIC. Quindi non può che essere ribadita la necessità di un test accurato ed attendibile; il regime terapeutico è uno dei pochi fattori che possono essere modificati per migliorare la prognosi del paziente a differenza della sua età, delle co-morbilità, del tipo di infezione. Nelle infezioni severe, nelle infezioni localizzate in siti nei quali l’antibiotico penetra con difficoltà e nei pazienti immunodepressi il risultato espresso con le categorie S, I, R ha un valore predittivo limitato. In questi casi è molto importante un risultato quantitativo di sensibilità poiché è chiaro come vi sia differenza nella risposta clinica tra un antibiotico con MIC di 0,06 µg/ml e uno con MIC di 1 µg/ml quando il breakpoint di sensibilità per entrambi sia ”1µg/ml.Dedico questa applicazione alla tenacia di mia moglie Marina. La conoscenza deve essere trasmessa gratuitamente se può salvare delle vite.
Categoria : Medicina
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